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Sound and Music EAGLES: HOTEL CALIFORNIA

EAGLES: HOTEL CALIFORNIA

Vinyl

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Code: 18246700

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Esecutore: Eagles
Autore: Eagles
Numero dischi: 2
Etichetta: Original Master Recordings
Supporto: Lp 45 Giri
Genere: Pop/Rock
Anno: 2023

Doppio LP da 180 grammi Ultradisc One-Step Pressing a 45 giri
Stampa effettuata presso la RTI su Mofi Supervinyl
Tiratura limitata a sole 15.000 copie numerate per tutto il mondo

Nel momento in cui inizia il passaggio di chitarra, immediatamente riconoscibile, del brano eponimo di Hotel California degli Eagles, il genio del disco diventa evidente ancora una volta. Inserito da Rolling Stone al 118° posto della classifica degli Album più Grandi di Tutti i Tempi, certificato dalla RIAA come terzo LP più venduto della storia e considerato come la base su cui è stata costruita la scena musicale rustica del Golden State alla metà degli anni Settanta, questo straordinario album del 1976 è un punto fermo della musica immune ai cambiamenti di tendenze, epoche e stili. Affrontando senza timore il caos e le conseguenze della vita americana, le sue canzoni rimangono ancora oggi straordinariamente profetiche e acquistano credito ogni giorno che passa.

Realizzato a partire dai nastri analogici originali, questo LP da 180 grammi a 45 giri della Mobile Fidelity vi farà amare Hotel California come non vi era mai capitato in precedenza. Riconoscendo la grande importanza di ristampare questo disco – da sempre amato alla follia dagli audiofili – con una spettacolare qualità sonora, questa edizione numerata garantisce una seducente trasparenza, una straordinaria ricchezza di sfumature, un eccezionale calore espressivo, un’incredibile escursione dinamica e una eccellente resa dei dettagli, al punto che potrete quasi sentire la brezza tra i capelli. Le canzoni sono caratterizzate da palcoscenici frontali che permettono alla musica di avere un’aria, una spaziosità e una separazione incredibili.

In effetti, l’opportunità di cogliere tutti i particolari del disco degli Eagles, definito dal celebre critico del Los Angeles Times Robert Hilburn «uno straordinario capolavoro del rock», non è mai stata migliore. Fenomeno mondiale che ha segnato il debutto della band del chitarrista-cantante Joe Walsh, Hotel California continua a risuonare e a connettersi con gli ascoltatori di tutte le generazioni, conquistati dalla sua profondità narrativa, dalla sua cruda schiettezza, dalle sue melodie pittoresche, dalla sua audace maestosità e dalla sua appassionata emotività. Adornato da una fotografia mozzafiato della facciata del Beverly Hills Hotel, che funge da copertina ammaliante e seducente al tempo stesso, e completato da un’immagine del retro della copertina della hall del Lido Hotel che rafforza una nozione che oscilla tra la permanenza e la transitorietà, Hotel California è brillantemente legato a un luogo specifico che funge da metafora universalmente compresa del sogno americano.

Mettendo a confronto gli spunti più tenebrosi e gli spesso ignorati contenuti legati a quel concetto di romanticismo, i brani dell’album ruotano intorno a una serie di temi condivisi, tra cui la ricerca degli eccessi, l’inquietudine, il desiderio della stabilità, le illusioni, il sogno della celebrità, la distruzione e l’idealismo. Va poi anche sottolineato il fatto che Hotel California apparve in un momento cruciale della storia americana, ossia in coincidenza con il bicentenario della Costituzione degli Stati Uniti e nel periodo che vide non solo la crescita esponenziale delle polemiche e delle proteste contro la guerra del Vietnam, ma anche la crisi energetica e la scoperta della corruzione negli ambienti governativi. Nel loro album più famoso gli Eagles seppero esprimere con eccezionale lucidità questi temi culturali, economici e sociali in un’immagine coesa, coerente e di straordinaria maturità. Non si può che restare meravigliati dal fatto che le istanze sollevate da questo disco, la profondità dei temi affrontati, la coinvolgente vitalità, l’immediatezza di comprensione e la trattenuta intensità non abbiano perso un solo grammo dell’attualità che avevano all’epoca della prima uscita.

Riflettendo su Hotel California a quarant’anni dalla sua prima pubblicazione, il celebre cantante e cantautore Don Henley ne spiega indirettamente il duraturo successo, confermando che i suoi brani si riferiscono alla «perdita di innocenza e al prezzo che si deve pagare per rimanere persone autentiche […] Le difficoltà che si incontrano per fare coesistere le relazioni affettive con gli impegni di lavoro, cercando nel contempo il modo di accettare il legame spesso conflittuale tra arte e affari, la piaga della corruzione della politica e l’inesorabile tramonto del sogno di “pace, amore e comprensione” che aveva acceso il cuore degli americani negli anni Sessanta».

Si può sostenere che Henley e compagnia abbiano centrato e realizzato queste idee nel brano che dà il titolo all’album, in “Life in the Fast Lane”, che ha scalato agilmente le classifiche, e nella grandiosa “The Last Resort”. Ma ragionando in questo modo si rischierebbe di concentrarsi sui particolari perdendo di vista il valore complessivo dell’album. Infatti, se ascoltato come un insieme ininterrotto, completo di immagini riprese in modo impeccabile e di groove fisici, Hotel California si svolge come una saga di James Michener attenta alla geografia e come un film saturo di colori girato su pellicola widescreen da 70 mm da Martin Scorsese sulle nostre decisioni collettive e individuali e sulla forma del nostro passato, presente e futuro. In questo modo, evocato dalla nostra immaginazione, Hotel California continua ad assumere una vita propria.

Eagles
Hotel California
New Kid in Town
Life in the Fast Lane
Wasted Time
Wasted Time (reprise)
Victim of Love
Pretty Maids All in a Row
Try and Love Again
The Last Resort